230 Aufrufe 10th May 2024
È pa**ata una settimana da quando sono riuscito a intravederla l'ultima volta.
Quella forma sinuosa e un andare così seducente che potrei venire sul posto solo a guardarla camminare verso di me. Così, come il patetico masochista che sono, mi sono seduto nel bar dell'hotel, lo stesso angolo buio dell'ultima volta. È circa mezz'ora prima che i capelli comincino a rizzarsi sulla nuca. Come se avessi una sorta di sesto senso per la semplice presenza di questo essere. Inclino appena la testa e la vedo.
Sola. Di solito è accompagnata da un gruppo chia**oso di donne che si concedono c*cktail dopo una lunga giornata di lavoro. Nonostante sembri che si stiano sempre divertendo un sacco, lei è sempre un po' in disparte con uno sguardo lontano sul viso. Tuttavia, una volta seduta, si unirebbe alle loro conversazioni e sembrerebbe divertirsi.
Ma stasera. Stasera, è sola e veste un abito di velluto verde bosco scuro che abbraccia la sua figura strettamente, dandomi un'idea molto buona della forma rotonda del suo sedere e delle tette che minacciano di traboccare ad ogni pa**o che fa. Il colore complimenta così bene il suo incarnato pallido e i capelli rossi. Così sicura di sé che non riserva a nessuno uno sguardo. Testa alta mentre prende posto al bancone. Sedendo di traverso prima di girarsi leggermente incrociando una gamba sull'altra, dondolando il suo piede con tacco nero. L'abito alzato che dà a me e a tutti gli altri un'occhiata alle sommità delle sue calze.
I suoi capelli ricci cascavano sulle sue spalle in onde e lei guardò oltre la spalla. Direttamente a me. Non ha interrotto lo sguardo, ma l'ha incontrato coraggiosamente rifiutando di guardare altrove. Così ho fatto quello che mi ero pompato per settimane di fare. Mi sono alzato aggiustando la cravatta e levigando le eventuali pieghe del mio abito.
Continuava a fissarmi, prendendomi tutto in esame, i suoi occhi diventavano più luminosi. Mi sentivo come se stessi dando la caccia alla mia preda avvicinandomi sempre più a lei, pronta a balzare e fare la mia mossa.
Ho lasciato il mio bicchiere vuoto sul bancone mentre stavo lì, esaminando anche da vicino i suoi lineamenti per la prima volta. Un viso rotondo e sopracciglia leggere ma definite, labbra a cuore soffici e grandi occhi del colore del miele. Trucco chiaramente applicato da una mano esperta, un eyeliner smokey marrone e un gloss rosso. L'immagine di lei era come la vecchia Hollywood, qualcosa di cla**ico e s**y.
“Ho visto che mi guardavi.” La sua voce era contemporaneamente roca e leggera, le parole che uscivano dalla sua bocca come una melodia che cadeva sulle mie orecchie.
Ho sorriso con sufficienza. “Significa che anche tu mi stavi guardando?” Un barlume di speranza nel mio ventre che lei mi avesse notato dopo tutto questo tempo.
Lei sorrise e prese un sorso del suo martini. L'altra mano si stese per stringere la mia. “Fino alla prossima volta, ora se mi scuserai.”
Si allontanò, sfiorandomi e permettendomi di sentire lo straordinario ma sempre fresco profumo di lei. Rimaneva sempre dovunque lei fosse stata.
Salutando un uomo dietro di me che non mi girai a guardare, si allontanarono prendendo posto nel ristorante. Guardai la mia mano e c'era un delicato perizoma di pizzo bianco.
Il mio cazzo si mosse e mi ritrovai praticamente a correre in bagno, chiudendomi nel box. Era vuoto qui e così estra**i il mio cazzo e portai il suo perizoma al naso inalando mentre mi masturbavo. Il suo odore era così muschiato che potevo solo presumere che si fosse masturbata con quelli prima di consegnarli a me.
Immaginandola con la sua mano delicata tra le cosce mentre si strofinava quel clitoride, immergendo un dito in se stessa, spargendo la sua umidità in giro mentre si avvicinava sempre più all'orgasmo. Era in preda a un bisogno pulsante come lo sono io adesso?
Si immaginava la mia mano a toccare quella dolce fica invece della sua? Era depilata o naturale? Qual è il colore dei suoi capezzoli e la loro forma? Domande a cui ho disperatamente bisogno di sapere la risposta, immagini che volevo imprimere nella mia mente. Dio, ho pa**ato troppo tempo a masturbarmi con il solo ricordo di lei ed eccomi a farlo di nuovo.
Ho drappeggiato il perizoma sul mio viso prendendo un altro profumo mentre venivo sulla mia mano, il mio sedere si sollevò dal sedile. Gridai desiderando di conoscere il suo nome così che fosse quello a lasciare le mie labbra mentre venivo. Volevo pronunciare il suo nome come una preghiera a qualunque dio stesse ascoltando.
Lo scoprirò la prossima volta e la prossima volta lei verrà sull'estremità del mio cazzo invece che con la sua mano.
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